A pochissimo dall’uscita del loro primo video, arrivo a recensire l’EP uscito a giugno di quest’anno dei trevigiani Gli Uffici di Oberdan, trio che suona rock alternativo dritto per dritto e cantato orgogliosamente in italiano.
Il video cui ho appena accennato è quello del singolo “Due Bombe in Tasca”, pezzo in stile One Dimensional Man dei primi 2000. Nonostante il rock dei tre picchi subito forte la vera botta arriva con la successiva “Contronatura”, in cui le sferragliate di basso e chitarra la fanno da padrone portando la mente un poco agli idoli Shellac, senza tralasciare però un’innata capacità di trovare la melodia giusta. Il ritornello, infatti, è un ottimo esempio di semplicità ed efficacia. Il pezzo poi si chiude in crescendo con la ripetizione ossessiva di una frase-simbolo alla maniera che ha reso enormi i Fine Before You Came, che qua però non c’azzeccano niente e poi niente.
Tornando ai nostri il paragone più calzante a mio avviso è da fare con i corregionali Muleta, una delle migliori band di rock italiano in circolazione. A differenza del trio vicentino, però, nonostante l’impegno che emerge nella stesura dei testi, Gli Uffici di Oberdan non riescono a piazzare il colpo decisivo e l’EP scorre via veloce senza infamia nè lode.
A conti fatti se si vuole passare qualche minuto ascoltando un buon gruppo rock cazzuto quanto basta eccovi serviti. Se, invece, cercate l’innovazione guardate altrove.
(Aaron Giazzon)
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