A inizio anno la band mantovana ha pubblicato il disco Rabid Dogs, sette tracce ricche di distorsioni e schiaffoni noise pubblicate da uno stuolo di etichette: ben quattro italiane (Frammenti di un cuore esploso, Annoying Records, Sonatine Produzioni, è un brutto posto dove vivere) e una polacca (Antena Krzyku).
Consigliati decisamente a chi ama il primitivo suono dei padri fondatori di quel suono che ha fatto storia e proseliti nel mondo – i riferimenti vanno dai Fugazi ai Minuteman, senza disdegnare i contorsionismi granitici di Neurosis e Isis o le rabbiosità hard core di Converge e Touchè Amorè – ma il disco può essere rivolto anche a chi vuole soltanto imbattersi in modo più superficiale, e per una mezz’ora circa, in una botta di adrenalina sonora racchiusa nelle sette composizioni che per una settimana sono in free download esclusivo su Shiver (ti basterà fare click destro col mouse per scaricare i pezzi). Prima però qualche domanda di rito per capire meglio chi sono i Monsieur Gustavo Biscotti.
Il nome Monsieur Gustavo Biscotti sembra il mix tra un personaggio di Amici Miei e quelli inventati da Bart Simpson nelle telefonate al Boe Bar. In realtà chi è?
Lorenzo: Monsieur Gustavo Biscotti non esiste nella realtà anche se è nato nella nostra mente un’estate di molti anni fa in cui avevamo da poco messo in piedi la band. Pur non esistendo un vero signor Biscotti è un simbolo del non prendersi mai troppo sul serio, ricordarsi di avere sempre la giusta dose d’ironia e leggerezza nell’affrontare la vita e un nodo al fazzoletto per ricordarsi di non menarsela mai come persone e come gruppo. Se fosse reale sarebbe un cuoco formidabile sicuramente…
Come avete fatto a convincere 5 etichette discografiche a pubblicare l’ultimo disco in studio?
L: Direi che il tutto è avvenuto nella maniera più naturale possibile e alla “vecchia”: sapevamo che due delle cinque etichette erano interessate a collaborare con noi e aspettavano del materiale nuovo dopo averci conosciuto live. Da lì in poi la rete si è allargata grazie a collaborazioni già esistenti tra le etichette, consigli di amici musicisti e un poco di sana follia che ci ha spinto a spedire il disco senza aspettare nulla in cambio. Ci siamo affidati alla nostra musica e direi che ha funzionato. Il coordinamento poi tra 4 etichette italiane ed una polacca è stata tutt’altra storia, faticosa ma estremamente soddisfacente.
Chi sono i Cani Rabbiosi del titolo dell’album?
L: Cani sciolti che non hanno regole o schemi prefissati e che se ne vanno liberi a zonzo seguendo l’istinto: siamo un poco noi MGB. L’immagine così come il titolo del disco sono usciti da due spunti diversi: il primo è arrivato da Pànìcò che ha ascoltato in anteprima il disco e ha preso penna e foglio e ci ha regalato i disegni che compongono l’artwork del vinile, il secondo è uno spunto cinematografico di Mario Bava e vi consigliamo di recuperare il film.
Descrivete con un tweet i brani del disco.
“Louis’ Wine”: vino rosso, un sacco d’incertezze che si sciolgono in una speranza
“Little Bastards”: anche le formiche s’incazzano, basta?
“First Time Shadows”: mantra moderno dell’ansia da prestazione, pensieri notturni, tastiera spaziale
“Twenty Tunnel”: la storia della nostra vita in poche parole: perchè suoni? Devo, punto
“Paralytic Taylor”: same old story and shit, ma qualcuno te la mena che per lui è peggio
“Modernism Is My Past Continuos”: abbiamo un passato anche sul dancefloor, d&b e punk coesistono
“Johnny Glamour”:bullismo, bulli e mitologia pop in cerca del giusto posto
Realizzare un album da 20 minuti indica la bruciante urgenza di voler pubblicare subito e senza troppi fronzoli quelli che sono gli intenti dei MGB di oggi. Alla luce della pubblicazione e del fisiologico distacco dai brani, cambiereste o aggiungereste qualcosa? Pensate di esser riusciti a dire quello che volevate?
L: Si, per la prima volta direi che siamo riusciti a trasmettere e stampare su vinile l’idea che avevamo in testa di suono e impatto dei nostri pezzi. Inevitabilmente si è sempre molto critici con se stessi e qualche dettaglio si potrebbe rivedere o si potrebbe cambiare qualche soluzione, ma direi che questo disco non ci ha mai stufato ne in versione live che in versione divano ascolto casalingo a distanza di mesi dalle registrazioni.
Paolo:Abbiamo tutti più di 30 anni, suoniamo da tanto tempo. Il tempo per farlo è quello che è, purtroppo. Proprio per questo cerchiamo di sfruttarlo al massimo e di metterci il cuore. Rabid Dogs lo abbiamo pensato e voluto così: siamo arrivati in studio con quei pezzi, non uno di più e non abbiamo cambiato e/o aggiunto nulla di nulla in fase di mixaggio-editing. Credo che quello che volevamo far uscire sia impresso su questo vinile.
Dite di non dare troppa importanza ai testi che scrivete e allora la domanda nasce spontanea: perché non fare un altro album strumentale oppure cercare di dare più importanza alla liriche dei brani?
L: L’esperienza strumentale l’abbiamo già provata e con il passare del tempo si è evoluto il suono e l’idea che avevamo di musica. La voce per noi adesso è parte integrante del nostro sound e quando componiamo abbiamo sempre i microfoni attaccati e proviamo da subito a definire delle linee vocali. Diciamo che per noi è quasi uno strumento in più: ci piace il suono che riusciamo a dare alle liriche, il ritmo che imprime a tutto il resto il cantare filastrocche e piccoli mantra. Il senso di quello che cantiamo è molto personale e ci piace pensare che ognuno possa cogliere delle sfumature varie e diverse.
Paolo. P: “non dare troppa importanza ai testi” non va preso alla lettera. Mi spiego meglio: quello che intendiamo dire è che in primis non vogliamo che il cantato dei nostri brani sia “sanremese”, ossia che sovrasti gli strumenti relegandoli in secondo piano, le liriche si devono amalgamare al resto, quasi fossero una terza chitarra. In secondo luogo non abbiamo la pretesa di dire a chi ci ascolta come salvare il mondo o quanto fa schifo l’eurozona, preferiamo raccontargli le piccole storie che ci piace far nascere dai nostri strumenti.
Per la nostra rubrica 5Songs 4… vi chiediamo di stilare la lista delle 5 canzoni che vi hanno cambiato la vita o che vi hanno fatto dire “fanculo, voglio diventare un musicista”
questa domanda è molto difficile perché sono davvero tanti gli artisti e le band che abbiamo amato e amiamo e forse ci sono periodi in cui si è più legati a certe canzoni però ci proviamo:
Lorenzo
“Fugazi – Waiting Room”: amore eterno per la band che mi ha cambiato la vita musicale
“NOFX – Linoleum”: velocità, melodia e cazzeggio…perennemente adolescenza
“Neurosis – Stones from the sky”: a scuola di tensione e di saper portare un pezzo
“Ink & Dagger – the fine art of original Sin”: Predicazione malefica e riff goloso
“Refused – New Noise”: il break a metà con ripartenza granitica è da scolpire nei libri
Paolo:
“Queens of the stone age – you think ain’t worth a dollar but i feel like a millionaire”: perchè basta anche un solo riff per scrivere una canzone figa
“These arms are snakes – the shit sisters”: perchè è l’esatta concretizzazione in musica di un misto tra lsd ed ipnosi
“Beastie Boys – Sabotage”: perchè è una delle 10 migliori canzoni di sempre, penso che basti questo!
Qualsiasi pezzo di un qualsiasi disco dei Motorhead: perchè la prima volta che li ascolti capisci due cose: 1) che cos’è il r’n’r; 2) che Lemmy Kilmister è una divintà
“ISIS – The beginning and the end”: la quiete e la tempesta
Giandomenico:
“U2 – Sunday bloody Sunday”: semplicità e melodia immediata
“Nirvana – Come as you are/School”: la tecnica non è tutto per suonare
“Iron Maiden – Running Free”: i dischi dei fratelli
“Metallica – Orion”: il vero bassista dei metallica…
“Led Zeppelin – Starway to heaven”: i dischi dei fratelli 2, ma fammelo un assolo di chitarra
Filippo:
“Jane doe – converge”: lo stacco finale è l’apocalisse in musica
“Tongue illustration – with love”: non serve essere a san diego per fare lo scremo ammerigano
“Lost crew – breach”: non servono 10 riff fighi ne basta uno per fare una bella canzone
“Under the surface – neurosis”: la vera musica di satana per me
“kill all the white man – nofx”: sarcasmo musicale
Avete in programma qualche concerto?
Si abbiamo un po’ di live in programma tra cui alcuni molto belli come il 2 aprile con i Regarde e uno il 28 con gli Hollywoodfun Downstairs dalla Nuova Zelanda: guardate le nostre pagine per scoprire il dove e il quando e rimanere aggiornati.