A tre anni di distanza dalla pubblicazione di “Belzebù Pensaci Tu” il cantautore pugliese sente l’urgenza di espellere un nuovo inedito intitolato “Matrioska”, brano che anticipa il suo prossimo disco ancora senza data di uscita.
Protagonisti della ballata struggente sono gli ultimi che abbracciano forte i propri fallimenti solo per sentirsi meno soli, chi si arrende ai fatti della vita continuando a cadere e rialzarsi per commettere lo stesso errore, ma anche di connessione tra persone e ne fa una riflessione amara ma non senza un barlume di speranza (fino alla prossima caduta) come dimostra il video realizzato per la promozione della canzone, con la regia di Giuseppe Carfora e la partecipazione di Ernesto Lama.
Nel comunicato stampa Salvo Mizzle ne parla così “Calcoli, sforzi, lavoro, progetti che in un attimo svaniscono ed è tutto da rifare. Genitori in crisi come e più dei figli, e figli che combattono con armi diverse la guerra eterna con la scoperta e il cambiamento. Rileggendo il testo qualcosa mi riportava a quello che Joni Mitchell chiamava “The circle game”. Non avevo un titolo, poi un pomeriggio vidi mio figlio giocare con una matrioska che c’era in casa… quell’oggetto, sempre visto e a cui non avevo mai dedicato nessuna particolare attenzione, racchiudeva in se il senso esatto di ciò che volevo dire. La vita come una matrioska dove tutto viene da qualcosa e genera qualcosa a sua volta.”
Il brano è in free download per una settimana qui su Shiver, nel player di Soundcloud in basso, per questo abbiamo approfittato dell’occasione per scambiare qualche impressione con Salvo.
Intanto iniziamo dal disco nuovo, cosa ci puoi dire e anticipare a riguardo?
Non credo il nuovo lavoro abbia una direzione precisa o un argomento in particolare, di certo segnerà un punto di rottura o meglio di chiarificazione con il mio passato. Dall’ultimo album “Belzebù Pensaci Tu” sono passati più di 3 anni, tempo in cui mi sono dedicato ad altro. Ho guardato il mondo dal bancone di un bar (dal lato opposto a quello cui ero solito guardarlo), ho servito cocktail, versato birre e incontrato tanta gente, cercando nel mentre un modo diverso di esprimermi, nuovi canoni di scrittura e argomenti che non riguardassero il solito parlare di me.
Com’è nata Matrioska? Ci sono ispirazioni esterne provenienti da altri musicisti?
Matrioska è nata nel più classico dei modi e delle situazioni. Ero a casa, in uno di quei giorni in cui metti le mani sulla chitarra e tutto quello che viene fuori ti fa schifo. Sfiduciato mi sono buttato sul divano è ho fatto un accordo a caso (di quelli che non uso mai), poi è partita una frase e il resto è venuto da se. Più che ispirato da qualcuno o qualcosa, ho cercato di dare al brano un volto più attuale a livello di sonorità, diverso dai miei standard. Tutto questo anche grazie alla collaborazione con l’amico Donato Perrone che ha curato la produzione e lavorato con me agli arrangiamenti.
Dopo aver ascoltato il testo è un po’ più chiaro il titolo del brano. La mia sensazione è che facciamo tutti parte di una matrioska dove ognuno genera un collegamento, piccolo o grande che sia, con gli altri. E da questo che poi nascono connessioni che portano ad un bivio dove non conoscendo la strada questa potrebbe portare dritto verso il baratro o la redenzione. Qual è il tuo punto di vista sulla “Matrioska”?
Noi siamo esseri unici che portano dentro e fuori i segni, gli insegnamenti e le paure di chi ci ha messi al mondo e ci ha cresciuti. Poi prendiamo questo bagaglio, lo appesantiamo ancora un po’ e lo passiamo ai nostri figli che a loro volta faranno lo stesso. Più matrioska di così!
Chi non ha la tv a casa vuole saperlo: chi è quel “minchione” che citi in verso della canzone?
Giuro, non ho appeso nessun lenzuolo al balcone di casa mia! Scherzi a parte, la citazione non è riferita a nessuno in particolare. Pensavo solo a quelle belle trasmissioni televisive che vanno in onda nel periodo elettorale e ai loro patetici ospiti.
Anche il video riporta appunto alle relazioni sbagliate che molto spesso generano sofferenza e che, invece di risolverle, vengono ricoperte da distrazioni esterne e temporanee. Lo script del video è stato ideato da te o da chi ne ha curato la regia?
Ho conosciuto Giuseppe Carfora (il regista) qualche anno fa a Messina. Sapevo che lavorava per VisionArea Studio e ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto realizzare con lui il video di una mia canzone. L’idea è nata da entrambi, ci siamo incontrati, gli ho fatto ascoltare il brano e lui se ne è innamorato subito. Inizialmente pensavamo ad un video fatto di tante immagini non per forza con un tema preciso, poi tutto è cambiato quando Ernesto Lama (attore protagonista del video) ha accettato di far parte del progetto. Da subito ci siamo inondati di messaggi vocali, vomitandoci addosso (come diceva Giuseppe) tutte le idee che ci venivano in mente, e in poco tempo avevamo tutto il materiale su cui lavorare. Io poi ho sempre sognato di fare un video che avesse una storia, ma non è facile (rischio cagate altissimo!). Stavolta invece la squadra era forte! E’ bastato solo tirare fuori le idee.
Perché è stata scelta Napoli come location?
Volevo il mare! Ernesto, Giuseppe, i ragazzi di VisionArea Studio e le comparse sono di Napoli… Tutto ci ha portati lì, a Portici per l’esattezza. Quando abbiamo fatto il sopralluogo ce ne siamo innamorati subito!
Stai già pianificando qualche data dal vivo?
Si, ci sono già delle date fissate e sto lavorando per chiuderne altre tra Ottobre e Novembre, anche se più che concentrarmi sui live, voglio dedicarmi al nuovo album che mi piacerebbe uscisse prima della fine dell’anno. Poi per me la dimensione live è la cosa più bella, quindi per carità se vengon fuori dei concerti volo!
(Antonio Capone)